In questi giorni del 2025, si ripensa ai giorni della fashion week dell’Alta Moda romana, una settimana piena d’emozioni e del business della moda italiana nel mondo.
Oramai solo Milano ha il ruolo di concentratore dei nostri designer, stilisti che siano giovani o già affermati stilisti. Alta Moda Alta Roma (istituzione Camera della Moda). Che fine ha fatto? E’ stata risucchiata nel vortice di un cestino della spazzatura? Eppure quei giorni sin dall’alba della sua nascita conquistava il mondo con il gran finale della maestosa e famosa scalinata di Trinità Monti, con il titolo di Donna sotto le Stelle, con la trasmissione sul Canale 5, Mediaset, serata finale ( vedete foto del libretto dell’evento).
La nostra domanda, nasce spontanea! Cosa nè sarà della alta moda romana? Certamente le case di moda si stanno organizzando da sole con eventi in location nella città. Eppure i “rumors” danno voce ai molti che vorrebbero di nuovo un unico evento che raggruppi e comunichi con il mondo esterno. Come non capire che la moda è uno dei settori oggi che fa da traino dell’economia italiana-Europea. Negli anni addietro durante quei eventi già si sentiva l’aria di rinuncia per la location “Roma “, hanno rinunciato, gli organizzatori, cosi possiamo cercare di capire leggendo le varie interviste dove la ex presidente Alta Roma Silvia Fendi spiega tutto in questa intervista di qualche anno fa ad un giornale italiano:
“Ebbene sì, l’evento di moda romana non ci sarà più”.
Come spiegare al mondo cosa sia successo , e come si è persi un fondamentale ramo della nostra economia. La sua origine, la grande comunicazione internazionale, che trainava parte dell’economia italiana: La moda.
Alta Roma, la fashion week romana nata nel 2004, chiude i battenti. Finisce una storia iniziata nella seconda metà degli anni ‘50, quando alcuni stilisti preferirono la Capitale a Firenze, dove Giovan Battista Giorgini aveva lanciato alla Sala Bianca il made in Italy. Nasce da subito una realtà che non si basa solo sulla produzione, come il prêt-à-porter che si insedia a Milano, ma sulla creatività romana celebrativa e trasversale, capace di dialogare con il cinema come con l’arte. Un’attitudine che rende Roma unica non solo per la presenza di brand internazionali come Bulgari, Fendi, Gucci e Valentino, con l’associazione di via Condotti, ma per un tessuto di altissimo artigianato alimentato anche dal lavoro per il cinema. Un grande laboratorio di studio e promozione dell’alta moda che si è manifestato, fino ad oggi, in due eventi annuali sempre più importanti. La notizia definitiva della chiusura arriva senza molte spiegazioni e che forse sarebbero state dovute, soprattutto alla luce delle promesse di un progetto futuro esternate in almeno un paio di conferenze stampa nelle ultime edizioni.” Artribune
AltaRoma, la fashion week romana nata nel 2004, chiude i battenti. Finisce una storia iniziata nella seconda metà degli anni ‘50, quando alcuni stilisti preferirono la Capitale a Firenze, dove Giovan Battista Giorgini aveva lanciato alla Sala Bianca il made in Italy. Nasce da subito una realtà che non si basa solo sulla produzione, come il prêt-à-porter che si insedia a Milano, ma sulla creatività romana celebrativa e trasversale, capace di dialogare con il cinema come con l’arte. Un grande laboratorio di studio e promozione dell’alta moda che si è manifestato, fino ad oggi, in due eventi annuali sempre più importanti. La notizia definitiva della chiusura arriva senza molte spiegazioni e che -forse- sarebbero state dovute, soprattutto alla luce delle promesse di un progetto futuro esternate in almeno un paio di conferenze stampa nelle ultime edizioni.
La Presidente di AltaRoma dal 2010, la sua carica finiva perché AltaRoma non esisteva più. Si parlava di una Fondazione già da tempo ma sembra che non si trovava un accordo tra i soci. Il suo punto di vista era importante per capire realmente cosa era successo e cosa accradrà nel oggi 2025?
Quello che di sicuro non ci sarà è la fashion week estiva di AltaRoma. La Società è stata in liquidazione, deliberata a gennaio di qualche anno fa, dall’Assemblea dei soci, su richiesta della Regione Lazio, al fine di avviare la costituzione della nuova Fondazione che ne avrebbe dovuto, come era naturale, ereditare asset e know-how secondo gli intenti più volte dichiarati dai soci, arrivando anche a gestire la fashion week di luglio. Non so cosa sia successo nei mesi scorsi, probabilmente c’è stato un cambio di rotta sul quale auspicavano che le istituzioni interessate abbiano, finalmente, trovato un solido accordo. La mancanza di una seria collaborazione istituzionale è il vero vulnus che ha caratterizzato gli anni passati, ostacolando fortemente le enormi potenzialità di una Società costretta ad un’attività progressiva di resistenza e di difesa che si è riusciti comunque a costruire.
Insomma quanti attori ad un tavolo, troppa burocrazia oppure in attore estraneo che voleva la morte dell’evento che dava fastidio all’estero? Al competitor della moda, del lusso? Mani voraci per prendere la prima pagina dei giornali mondiali, essendo stata Roma Capitale della moda! Capitale dei sogni? Forse!