Panettone o pandoro? Questo è il problema. Se sia più nobile all’animo sopportar l’uvetta e i canditi o prender l’armi contro ‘sto mare di triboli e naufragar nel soffice zucchero a velo…
(Luciana Littizzetto).
A Natale 2024 panettoni e pandori genereranno un valore di 11,4 miliardi di euro in Europa, con la crescita stimata dell’1,5%: gravano tuttavia i costi delle materie prime e del cambiamento climatico. “Mentre in Italia e Spagna si rinuncia talvolta ad alcune proposte del menù come il dessert. Nel resto d’Europa si concentra sulle occasioni esperienziali proprie della pasticceria, massima espressione di edonismo nei consumi fuori casa”. Malgrado questo, tuttavia, “in Italia i consumi nel settore pasticceria rappresentano il 40,6% sul totale dei consumi nella categoria a livello europeo.
L’Italia che si risveglia da un lungo sonno, già dopo i mitici anni cinquanta, sessanta fino anni ottanta, così il PIL sale, magari a lentamente ma sale. Così le aziende medio piccole sono pronte al risveglio economico. Speciali sono le iniziative dei artigiani come I piccoli produttori del settore pasticceria: I panettoni e i pandori, che nel mondo sono considerati dei dolci. Tra le montagne della Valtellina e Valcamonica, tra le nevi della nostra alpi, nascono dei dolci più conosciuti nel mondo. Così vi presentiamo dei famosi pasticceria, creatori, professionisti del panettone e pandoro. Ecco la sua storia. Panificio Nomelli di Corteno Golgi (BS) è storia di un’intera famiglia.
Nel 1981, il panificio Nomelli è stato aperto dai genitori di Fulvio, giovane maestro pasticcere, in una piccola località di Corteno Golgi.
“Mio papà mi racconta sempre quanto fosse difficile all’inizio: 50 kg di pane al giorno, spese alte e
un avvio faticoso”, ci confida Fulvio che oggi guida l’attività di famiglia con le sorelle.
Il padre di Fulvio, originario della Valtellina, introdusse il pane di segale, che divenne rapidamente un prodotto di successo, creando le basi per un’espansione continua.
Nel 1992, grazie all’aiuto dei nonni, la famiglia si trasferì a Megno, frazione di Corteno Golgi, dove costruì casa e ricavando nel piano terra un panificio.
Anno dopo anno, l’attività cresceva rapidamente, ma fu solo all’inizio degli anni 2000 che il panificio intraprese una nuova direzione, grazie all’ingresso delle sorelle di Fulvio.
“Iniziarono a fare esperimenti con i biscotti e, grazie a corsi di pasticceria, iniziò la produzione dei primi dolci secchi. La richiesta aumentò e la pasticceria si aggiunse ai ricavi del pane, che oggi come allora non davano molte soddisfazioni economiche”.
Nel frattempo, Fulvio stesso, pur avendo un’allergia alla farina che lo allontanava dal forno, trovò il suo posto nelle consegne. “Mio padre mi comprò un’ape e mi assegnò il compito di fare le consegne. Fu così che cominciai a innamorarmi del mestiere”, ricorda con affetto. Nel 2008, finita la scuola, Fulvio iniziò ufficialmente a lavorare nel panificio, concentrandosi sulla produzione di pane e dolci, come i panettoni natalizi, che preparava con entusiasmo.
Nel corso degli anni, la sua passione per la pasticceria crebbe, portandolo a sperimentare con nuove materie prime e a perfezionare le ricette. Nel 2018, la sua compagna Lia si unì all’attività, e insieme hanno continuato a migliorare il panificio, cercando costantemente di superarsi. “Sono fiero del mio percorso, il 2024 è stato un anno incredibile, con la conquista del terzo posto come miglior panettone tradizionale d’Italia nella competizione “Panettone senza Confini”.
“Questo non è di certo un punto di arrivo, – conclude Fulvio – ma l’incoraggiamento per continuare a lavorare per migliorare sempre, cercando di offrire prodotti di qualità e continuando il mio percorso di sperimentazione, tra innovazione e tradizione”.
Oltre al gusto di scoprire queste delizie vorremmo portarvi nei luoghi quindi descrivendo dove si trova questa azienda: Córteno Golgi (originariamente solo Córteno, Cùrten o Córten in dialetto camuno) è un comune italiano di 1907 abitanti, della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.
Assunse l’attuale denominazione a partire dal 1956, in onore dello scienziato e medico Camillo Golgi che nacque in questo paese, scopritore del cosiddetto “Apparato di Golgi”.
Il paese (Pisognéto) si trova a quota 925 m s.l.m., a metà della Valle di Corteno, lungo la quale scorre l’Ogliolo, torrente lungo circa 16 km che nasce sul versante sud del passo dell’Aprica (1181 m s.l.m.) e confluisce nell’Oglio all’altezza di Edolo (690 m s.l.m.).Il territorio comunale va da una quota minima di circa 750 m s.l.m. in loc. Bisìne ai 2754 m s.l.m. di Cima Telenek nelle Alpi Orobie nord-orientali.
Nel 1981, il panificio Nomelli è stato aperto dai genitori di Fulvio, giovane maestro pasticcere, in una piccola località di Corteno Golgi.
“Mio papà mi racconta sempre quanto fosse difficile all’inizio: 50 kg di pane al giorno, spese alte e
un avvio faticoso”, ci confida Fulvio che oggi guida l’attività di famiglia con le sorelle.
Il padre di Fulvio, originario della Valtellina, introdusse il pane di segale, che divenne rapidamente un prodotto di successo, creando le basi per un’espansione continua.
Nel 1992, grazie all’aiuto dei nonni, la famiglia si trasferì a Megno, frazione di Corteno Golgi, dove costruì casa e ricavando nel piano terra un panificio.
Anno dopo anno, l’attività cresceva rapidamente, ma fu solo all’inizio degli anni 2000 che il panificio intraprese una nuova direzione, grazie all’ingresso delle sorelle di Fulvio. “Iniziarono a fare esperimenti con i biscotti e, grazie a corsi di pasticceria, iniziò la produzione dei primi dolci secchi. La richiesta aumentò e la pasticceria si aggiunse ai ricavi del pane, che oggi come allora non davano molte soddisfazioni economiche”. Nel frattempo, Fulvio stesso, pur avendo un’allergia alla farina che lo allontanava dal forno, trovò il suo posto nelle consegne. “Mio padre mi comprò un’ape e mi assegnò il compito di fare le consegne. Fu così che cominciai a innamorarmi del mestiere”, ricorda con affetto. Nel 2008, finita la scuola, Fulvio iniziò ufficialmente a lavorare nel panificio, concentrandosi sulla produzione di pane e dolci, come i panettoni natalizi, che preparava con entusiasmo. Nel corso degli anni, la sua passione per la pasticceria crebbe, portandolo a sperimentare con nuove materie prime e a perfezionare le ricette. Nel 2018, la sua compagna Lia si unì all’attività, e insieme hanno continuato a migliorare il panificio, cercando costantemente di superarsi. “Sono fiero del mio percorso, il 2024 è stato un anno incredibile, con la conquista del terzo posto come miglior panettone tradizionale d’Italia nella competizione “Panettone senza Confini”.
Questo non è di certo un punto di arrivo, – conclude Fulvio – ma l’incoraggiamento per continuare a lavorare per migliorare sempre, cercando di offrire prodotti di qualità e continuando il mio percorso di sperimentazione, tra innovazione e tradizione”.
E ancora, così come riferito dal famoso giornale economico italiano “ Sole24Ore”, a Natale 2024 si prevede in Italia una crescita del mercato dei panettoni pari al 4% per quelli tradizionali e del 2% per quelli farciti. Si tratterebbe di un miglioramento netto dei dati già buoni degli scorsi anni: nel 2023 – fonte Unione Italiana Food – la produzione di panettoni in Italia era cresciuta del 3,5% (37.647 tonnellate totali) rispetto al 2022 raggiungendo un volume di vendita di 237,9 milioni di euro (+4,1%), mentre i pandori erano stati prodotti con una percentuale maggiore del 4,1% rispetto all’anno prima, arrivando a generare un volume di 165,2 milioni di euro (+5,9%).