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NEL MONDO DELLE NEWS DELL’ECONOMIA DEL FOOD 2024
By@Patrizia Pierbattista By@Mirella Pierbattista By@Redazione
Chi non ha mai assaggiato un piatto di pasta in bianco, rosso o verde. Insomma il made in Italy in tavola!
Partendo dai dati dell’Area Studi Mediobanca, l’analisi, l’Italia è prima nel mondo per produzione di pasta con 3,7 mln di tonnellate (pari al 22,3% del totale). Quindi il nostro paese è anche il principale esportatore di pasta con 2,1 milioni di tonnellate che valgono il 43% del totale. Naturalmente davanti alla Turchia con i suoi 1,3 milioni di tonnellate. Questi dati sono stati emessi a gennaio 2024. Vi sono molti giornali, quotidiani nazionali e siti web dedicati alla economia, dove fanno il punto della situazione nazionale ed internazionale della produzione e consumo di pasta. In base ad elaborati dati dall’Unione Italiana Food già nel 2023 l’export ha registrato una crescita al volare del 3% rispetto all’anno passato a fronte di un calo a volume del 3,7%. Sono 7 miliardi di euro il giro d’affari. Ecco la sua leadership in questo mercato. Quali sono i mercati? L’appannaggio per il 64,8% è nei paesi europei, invece nel resto è del 35, 2%. Brasile, Israele, Finlandia, Slovenia, Albania, Australia, Perù, Marocco, Lussemburgo e Portogallo ed intanto altro. inoltre da oltre 25 anni sono raddoppiati i paesi dove si mangia più un chilogrammo di pasta all’anno.
La pasta! Per noi italiani è il cibo principale! Il must nella tavola di ogni italiano, ma nel mondo è il simbolo della italianità. Molte sono le aziende di produttrici di pasta dalle multinazionali alle artigianali, le quali occupano nicchie di un certo valore economico nel mondo. Tra le quali abbiamo scelto per voi lettori dai gusti prelibati il Pastificio Che Lucci, nella regione famosa nel mondo la Toscana. Non solo olio, fashion, vino carne, ma questi fanno da contorno alla regina dei piatti , la pasta. La località Piteccio nella provincia di Pistoia, è situata nella zona collinare nord della città a circa 5 km dal centro cittadino, lungo il corso del torrente Ombrone pistoiese. La prima notizia documentata del borgo di Piteccio risale all’anno 1086 quando compare in un atto di compravendita di terreni. Trovandosi Piteccio sull’antica strada che da Pistoia, per la valle dell’Ombrone, conduceva alla Sambuca Pistoiese e da qui a Bologna, l’abitato ebbe parte importante in molti avvenimenti storici riguardanti la città di Pistoia. In particolare, si deve ricordare come esso fosse feudo della famiglia Vergiolesi, della quale fece parte la bella Selvaggia dei Vergiolesi che ispirò il poeta Cino da Pistoia coevo e amico di Dante. Altra data importante è il 1306, quando il castello di Piteccio fu destinato ad asilo dei Pistoiesi di parte bianca dopo che questi furono esiliati dopo la resa di Pistoia ai Fiorentini e Lucchesi avvenuta nello stesso anno. Gli statuti del comune di Pistoia del 1330 indicano, poi che Piteccio aveva un suo Podestà ed era al centro di un comune rurale. Lungo la valle dell’Ombrone pistoiese, nei pressi di Piteccio, esistevano 2 importanti cartiere della proprietà Carrara che un tempo si avvalevano delle acque del fiume quale forza motrice. Oggi purtroppo chiuse. Ma tra le aziende troviamo quella della famiglia di Chelucci, che produce pasta in modo artigianale fin dal 1912 , fondata del nonno Edoardo. Lo stabilimento si trova presso una sorgente d’acqua purissima nello scenario delle colline pistoiesi. Avendo avuto il piacere di conoscere questa azienda artigianale della pasta, da subito di essere curiose di degustare questo prodotto. Di ritrovare il sapore delle nostre farine (no Ogm), de semola di grano duro trafilata in trafile di bronzo, tra cui quella di élite come quella denominata Senatore Cappelli macinato a pietra ( selezionato dall’Associazione Grani Antichi ), anche al puro farro toscano Macinato a pietra. 100% toscana cioè a km 0, cioè dalla Maremma. Avendo anche la certificazione accredito alla FAI (Toscana). L’accordo nel 2023 con il pastificio Chelucci, oggi dove lo conduce Giuseppe Chelucci, con Fai esalta capacità di fare rete fra le imprese per restituire equamente i benefici ai produttori di grano, al pastificio e ai consumatori – spiegava ad un giornale regionale (La Nazione)- il presidente Fabrizio Filippi –. In Toscana ci sono già rapporti notevoli con Barilla, Molitura Umbra, Pastificio Fabianelli. Ora, Pastificio Chelucci. Con questi strumenti creiamo le condizioni per stabilizzare la filiera, incentivare il ritorno alla coltivazione del frumento che negli anni si sono ridotte notevolmente e portare prodotti di qualità, sicuri e 100% italiani, sulle tavole dei consumatori. Questi prodotti danno una nota di eccellenza a questa pasta, per i degustatori come Voi lettori golf people. Ne abbiamo assaggiato alcuni tipi, già dal packaging si vede una nota di semplicità elegante, e poi si evince il colore della pasta all’uovo, del giallo delle uova, come ci spiegano per ogni kg di farina semola grano duro ben cinque uova, come recita la ricetta tradizionale di Chelucci, che dal nonno Edoardo, viene tramandata.
Per concludere questo assaggio di pasta ed economia internazionale voi direste ma hai provato questa pasta? Certo una in rosso e l’altra in bianco. Ottima fattura e design ma soprattutto si cuoce in pochi minuti e si adatta a qualsiasi sugo o condimento che sia di carne, vegano o pesce. Per ora potreste solo assaggiandola e gustandola in foto ma perché no acquistando online direttamente in azienda sia per privati che aziende. Tra poco tempo potreste trovarvi a gustarla anche dopo una partita di golf nel vostro circolo. E se non c’è ancora la consiglio vivamente di provare. Perché dopo una passeggiata e gioco del golf ci sta proprio bene un piatto di pasta italiana e perché no Toscana, più precisamente Pistoia. Chelucci dal 1912. Creata con l’acqua della sorgente purissima che si trova a Piteccio.
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