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WROOM! UNA VITA…UNA MOTO LA STORIA DEI CAMPIONI E DELLE LORO GARE DAL 1891 AD OGGI

WROOM!

UNA VITA…UNA MOTO

LA STORIA DEI CAMPIONI

E DELLE LORO GARE

DAL 1891 AD OGGI

By@Patrizia Pierbattista

By@Mirella Pierbattista

@Redazione

 

Una moto per chi ama questo stile di vita è tutto  dalla storia ad oggi, dal modo di vestirsi al modo di viaggiare. Quindi ecco un pit-stop diverso dal solito. Per chi non conosce qui è solo un accenno da dove è partita la passione e le gare e tutto il suo universo. Il 10 maggio 1891 si correva, all’ippodromo di Longchamp, la prima corsa in moto della storia. Due partecipanti sotto il diluvio, davanti a centinaia di persone: i mezzi raggiungevano i 30 km/h. Vinse Marelle davanti a Serpollet, che avrebbe fondato una società con Peugeot e poi lavorato con Renault.

Centotrenta anni fa, il 10 maggio 1891, si disputava a Parigi su un dedalo di strade sterrate e piene di buche attorno a Longchamps. Ecco  che nasceva la prima corsa di motociclette.

Il termine Motocyclette è il nome definitivo e tutt’ora attuale della motocicletta coniato nel 1898 dai fratelli Michel ed Eugène Werner, due giornalisti russi con la vocazione della meccanica emigrati a Parigi che per un decennio, fino al 1908, costruirono e correvano mietendo record con un loro prototipo che alla fine del primo decennio del Novecento monta un motore anteriore da 4 Cv con una velocità massima di 40 Km/h!

Le cronache riportano anche di una gara ancora precedente a quella di Longchamps, sempre a Parigi nei pressi di Neuilly, il 28 aprile 1887, non omologata perché alla partenza c’era solo un concorrente, mentre in quella di quattro anni dopo i corridori allo start erano due. E, comunque, quell’unico concorrente in quella corsa non scritta in alcun albo d’oro era il 40enne ingegnere George Bouton che nel 1893 aveva fondato con il marchese Jules-Albert de Dion l’azienda De Dion-Bouton e che in quel 28 aprile sul tre ruote aziendale coprì la distanza di 31,811 Km a una media superiore ai 25 Km/h.

Come non scoprire la storia del motociclismo, se non scoprire come è dove sono nate le prime gare di motociclismo mondiale. Così  in una Europa in pieno periodo della nascita dell’era industriale  classificata “era moderna. Per il Moto mondiale  l’inizio  fu la  stagione 1949 è stata la prima del Motomondiale. La prima gara in assoluto della storia del campionato fu il Tourist Trophy, disputatasi tra il 13 (lo Junior TT) e il 17 giugno (Lightweight e Senior TT). Cinque le classi previste: quattro per le moto sciolte (125, 250, 350 e 500) e i sidecar (con motori da 600 cm³).. Molti campioni del motociclismo vengono dai paesi lontano dalle città , Cominciamo con il “divo” del motociclismo italiano Umberto  Masetti nel 1950, ancora giovanissimo fu il primo italiano a vincere il mondiale nella 500 grazie alle vittorie in due Gran Premi, in Belgio ed in Olanda.

Soprannominato “Scarciole” (così lo chiamavano i suoi fans perché era secco come un chiodo) era famoso per la sua irrequietezza e tenacia; ad Imola cadde e strisciò sul suolo per ben duecento metri, sfondando un cartellone e finendo in acqua, oppure quando a Recanati si schiantò contro un paracarro rompendosi ben 14 denti. Non è stato sicuramente tra i piloti più amati della storia della MotoGp, ma essere il primo pilota italiano a conquistare il titolo iridato, rende sicuramente più valorose le sue vittorie.  

Giacomo  Agostini,  considerato il più grande campione di motociclismo sportivo di tutti i tempi, iniziò anche lui da bambino in gare tra ragazzini sulle strade del Lago d’Iseo, pur contrastato dal padre, preoccupato dal pericolo di tale sport. No forse passione!  Nel 1961, a soli 18 anni, riuscì a partecipare alla gare in salita “Trento-Bondone” con la sua moto “Settebello”, aggiudicandosi il secondo posto. Da lì l’ascesa e le vittorie sotto diverse scuderie. Negli anni Ottanta e Novanta ha ricoperto il ruolo di Direttore sportivo, anche se tutti lo ricorderemo come l’unico motociclista sportivo del mondo ad aver vinto 15 titoli iridati, numero superiore al numero delle stagioni interamente disputate, ossia 13.

Poi venne Max Biaggi vicino alla sua moto numero 1, romano di nascita , oggi vive nel Principato di Monaco, ragazzo pieno di energia ma dal temperamento riservato.

Le grandi vittorie nella classe 250, 4 titoli mondiali, non sono poi state ribadite nella classe regina, ma Max Biaggi merita comunque una menzione d’onore per il suo grande talento.  Nella stessa regione Lazio a questo campione di aggiungeva un Sutrino, (Sutri) Stefano Perugini che per soli 10 anni gareggiò  nei vari moto mondiale dei 125 e 250 cv con Aprilia e Honda, purtroppo smise di gareggiare a soli 30 anni, sempre accompagnato dalla mamma Patrizia. 

Il motociclismo italiano ha da sempre rappresentato una delle bandiere della cultura sportiva italiana, paradigma di libertà, potenza e passione per la moto.

La tradizione dei piloti italiani nelle competizioni motociclistiche vanta una storia che va di pari passo con quella delle prime corse.
Il motociclismo parla italiano, i piloti che hanno fatto la storia come oggi che ne sono i portabandiera della nostra Italia Entrare nella storia di uno sport ed essere ricordati per le proprie imprese sportive è il desiderio che si cela dietro a ogni pilota.

Vivere insieme alla propria moto, portarla al successo e restare nella memoria dei tanti tifosi e appassionati è forse l’obiettivo più grande a cui si può ambire. Forse per molti!  Vincere non è l’unico modo per fare breccia nel cuore dei tifosi e soprattutto non è soltanto vincendo che si viene apprezzati.

Simpatia, emotività e rapporto con il pubblico fanno di un grande corridore anche un grande uomo.

   

 Ad oggi 2023 si parla e si vede questo campione italiano di moto Francesco Bagnaia, noto come Pecco (Torino, 14 gennaio 1997), è un pilota motociclistico italiano.

Vincitore di 2 titoli mondiali: nel 2018 in Moto2 e nel 2022 in MotoGP. È il primo italiano, dopo 50 anni, a vincere su una moto italiana nella classe regina. E non finisci qui.. anzi inizia un racconto attraverso le due ruote e le persone con le loro passioni e sport. Nel prossimo racconto storie dei campioni minori che si sono ritirati dopo alcuni anni pur vincendo nelle gare internazionali.  Con storie di ieri e di oggi, per far veder ai nuovi  futuri campioni che bisogna percorrere con volontà e  sapienza le piste. Il nostro on the road a due ruote. Wroom!

 

 

 

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